di Antonio Moscatello – portavoce Infofuturo
Un popolo non informato non è un popolo libero. Una stampa in grado di informare, anche in maniera caustica e disturbante per il potere, è necessaria perché vi siano le minime condizioni di agibilità democratica. Di più: è interesse anche di chi mantiene le leve del governo avere il continuo pungolo di un’informazione libera, per far meglio e per avere una piena contezza di quello che si muove nello scenario sociale, politico ed economico del Paese.
In questo senso, quanto sta accadendo a tre colleghi del quotidiano Domani – Giovanni Tizian, Nello Trocchia e Stefano Vergine – è un’aberrazione: i giornalisti sono indagati dai magistrati della Procura di Perugia con l’accusa di aver chiesto e ricevuto documenti riservati da un pubblico ufficiale e aver violato il segreto istruttorio attraverso la richiesta e la pubblicazione di informazioni contenute in quei documenti.
Si tratta di un’indagine partita nell’autunno 2022, dopo che il quotidiano ha pubblicato articoli relativi a un presunto conflitto d’interessi che coinvolgerebbe il ministro della Difesa Guido Crosetto. Sostanzialmente viene richiesto ai giornalisti di violare il segreto professionale, rivelando la loro presunta fonte. Un atteggiamento che va in direzione contraria rispetto alle sacrosante intenzioni dell’European Media Freedom Act, nel quale la protezione delle fonti diventa più stringente e le autorità pubbliche e giudiziarie vedono limitata la loro possibilità di indagare per individuarle.
Questo tipo di attenzioni nei confronti delle fonti, di fatto, rischia di rendere irrealizzabile il giornalismo d’inchiesta, limitando non solo l’agibilità professionale dei giornalisti, ma anche e soprattutto il diritto fondamentale dei cittadini di essere pienamente informati per poter esprimere liberamente la propria sovranità.
Pertanto Informazione@futuro, nell’esprimere solidarietà ai colleghi indagati e alla loro testata, aderisce con convinzione all’appello pubblico lanciato da Domani, chiedendo alle autorità giudiziarie e politiche italiane di rispettare il diritto di cronaca, la libertà di informazione e il diritto dei cittadini a poter contare su media indipendenti.