di Antonio Moscatello Portavoce Informazione@Futuro
Il sindacato unitario dei giornalisti si appresta a celebrare a febbraio a Riccione il suo congresso. Si tratta di un appuntamento che decide qualcosa di più della semplice gestione del sindacato di categoria. Il momento che la nostra professione sta vivendo è drammatico ma, nella sua drammaticità, presenta anche un’opportunità, come sempre accade in ogni fase trasformativa. Il Congresso di Riccione ne deve prendere atto e deve rispondere a questo cambiamento. Quello che non può certamente fare è essere il luogo in cui ci si limita a cristallizzare una maggioranza e a scegliere i nomi di chi farà parte degli organi dirigenti del sindacato.
La categoria vive un momento di particolare sofferenza. Una difficoltà economica, col nostro lavoro sempre più svalutato e sottoposto a un attacco costante da parte di editori con scarsa o nulla visione di futuro, e con un contratto fermo e senza prospettiva di essere sbloccato verso un atteso rinnovo in tempi brevi. Ma anche una difficoltà di prospettiva, con tecnologie che cambiano rapidamente e con grandi piattaforme digitali globali che cannibalizzano il mercato.
La vicenda dell’Inpgi ci ha dimostrato che il sindacato non può più essere quello che è stato finora. Con il passaggio di una parte consistente della categoria all’Inps, a fronte di una situazione drammatica dei conti della gestione principale Inpgi, la Fnsi deve ragionare seriamente su come tornare a interpretare le esigenze dell’intera categoria, allargando la base degli iscritti non con fusioni a freddo ma diventando attrattiva per tutti i colleghi, quelli contrattualizzati e quelli precari. Non è un fatto soltanto di soldi, ma di rappresentatività.
Per farlo, però, deve essere in grado di ragionare in maniera più aperta, guardando non solo “al giornalismo”, in senso novecentesco, ma “ai giornalismi”. Deve insomma capire come si fa il nostro mestiere oggi, come si farà domani, e far ricadere queste competenze nel lavoro di tutela dei colleghi e di costruzione di un futuro per la categoria. Inutile girarci intorno: è necessaria una profonda riforma del nostro sindacato. Anche perché, come abbiamo visto recentemente, non mancano spinte centrifughe che potrebbero attirare altre organizzazioni a coprire un vuoto oggettivamente esistente.
Ecco perché è necessario che tutti si alzino le maniche e lavorino assieme: senza pregiudizi, senza precondizioni. Informazione@Futuro, là dove ha avuto la possibilità di governare, cioè nell’Associazione stampa romana, ha dimostrato che una gestione oculata e una capacità di seguire il cambiamento aprendo il sindacato alle esperienze innovative, porta a risultati non solo elettorali. La nostra componente è disposta a collaborare al cambiamento, che deve partire da una seria volontà di tutte le anime del sindacato nel voler davvero affrontare un processo di questa portata.
Quando si costruisce una nuova casa, non si parte però dalle tegole. Prima vanno gettate le fondamenta. Vanno riformati gli Statuti, vanno posti sul tavolo obiettivi e strategie, va definito il perimetro della professione. Solo dopo ha senso parlare di gruppo dirigente.
Dobbiamo invece constatare come una delle componenti, Controcorrente, non sembri condividere questa impostazione. Così, mentre i colleghi erano ancora intenti a votare per i congressi, ha comunicato di avere una candidatura per la segreteria: la collega Alessandra Costante. Evidentemente l’idea di questa componente non è quella di impegnarsi in uno sforzo unitario e di costruire la nuova FNSI dalle basi, dai programmi, ma di fare l’esatto contrario.
Informazione@Futuro considera ogni deviazione da un processo che parta dal lavoro congressuale una forzatura inaccettabile. Ribadisce invece di essere disponibile a confrontarsi in spirito unitario e leale con tutte le anime del sindacato che vogliano avviare una riforma seria, basata su obiettivi chiari e su un percorso condiviso e democratico.