Lettera aperta al presidente dell’Ordine dei giornalisti del Lazio, Paola Spadari, al segretario nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Guido Dubaldo e ai colleghi di Contrordine consiglieri nazionali e del Lazio
Cara Paola e caro Guido, care colleghe e cari colleghi
Sapete con quanto determinazione i colleghi e le colleghe di Informazione@futuro hanno sostenuto i colleghi eletti nel consiglio regionale e nazionale della lista “Contrordine”. Li stimiamo. Abbiamo costituito con loro la lista e scritto assieme il programma. E’ stato un momento di unità che ha dato i suoi risultati e che anche per il futuro avrebbe potuto rappresentare una risorsa per tutta la categoria. Soprattutto se lo si fosse gestito con senso di responsabilità, con rispetto della funzione “pubblica” cui siete stati chiamati, lealtà verso i colleghi che vi hanno eletto, capacità di rappresentare tutta la categoria che richiede autonomia e terzietà. Certo, non indifferenza verso le dinamiche sindacali, ma una cautela nell’esporre l’Ordine dei giornalisti che ha molti strumenti per dare contributi concreti e positivi, in sinergia con il sindacato e in coordinamento con gli enti categoria, per tutelare e migliorare la condizione dei colleghi e difendere il diritto all’informazione.
Proprio perché crediamo nella funzione positiva dell’Ordine dei giornalisti e ci battiamo con convinzione contro ogni tentativo di abolirlo ci ha fatto un certo effetto vedere quasi in blocco il gruppo dirigente dell’Ordine nazionale e del consiglio del Lazio che abbiamo concorso ad eleggere, schierato nella lista di “Controcorrente” per l’elezione dei delegati al congresso della Fnsi e della Romana.
Tutto lecito, certo. Ma chi ha fatto sua la bandiera della distinzione tra incarichi “ordinistici” e sindacali per coerenza dovrebbe sentire l’esigenza di far valere il criterio di opportunità e di tutela della propria funzione pubblica cui si è stati chiamati. Tanto più in questo momento di aspro attacco politico al mondo giornalistico. Questo vale in modo particolare per chi è al vertice dell’Ordine nazionale e di quello regionale. E che dovrebbe essere ancora più stringente per chi ha responsabilità nel Consiglio nazionale di disciplina dell’Ordine. Invece con pochissime eccezioni vi vediamo tutti in corsa per essere delegati ai congressi del sindacato.
Non vi fidate dei vostri colleghi di “componente”? Vi dimetterete dall’Ordine se verrete eletti negli organismi del sindacato o volete solo portare voti utilizzando il vostro attuale ruolo? Ma con quale rispetto della vostra funzione di “soggetto pubblico”? Con quale lealtà verso chi per questo vi ha votati, fatti eleggere e che ora vi vede impegnati in una lista sindacale? Ci sono altre motivazioni? Spiegatele. Sino ad ora non lo avete fatto.
Non pensate che l’autonomia e la “terzietà” dell’Ordine dei giornalisti con la decisa riaffermazione delle proprie prerogative, possa essere la migliore risposta a chi minaccia la sua abrogazione?
Permettetemi un’ultima preoccupata considerazione. Sul rischio che la vostra candidatura in blocco sia figlia di una logica di omologazione che dai vertici del sindacato si propaga agli enti di categoria, all’Ordine e poi con un percorso di ritorno, dall’Ordine torna al sindacato. Così, dalla auspicabile e positiva collaborazione e sinergia tra enti, Ordine e sindacato si passerebbe all’affermazione di una filiera di comando che schiaccerebbe autonomie, specificità e l’articolazione delle posizioni. Ma così si mortifica il pluralismo. Il rischio è un’autorefenzialità e un verticismo che renderebbero difficile il rapporto con la categoria e con i problemi concreti dei colleghi. E’ un paradosso, ma si rischia di essere speculari ad altri e ben più pericolosi tentativi di omologazione intentati da chi si propone di cancellare l’intermediazione giornalistica contro cui tutti ci battiamo con convinzione. Proprio per questo non capiamo la vostra scelta. State rischiando di dilapidare un bene prezioso per tutta la categoria: la vostra autorevolezza e credibilità.
Con sincerità e amicizia,
Roberto Monteforte portavoce di Informazione@futuro