Vi racconto una storia. Così per riderci su. Ma anche per rifletterci profondamente.
Qualche giorno fa accendo il telefonino al mattino appena sveglia e ricevo un sms di una delle mie colleghe e amiche del cuore: “complimenti amica mia! Te lo meriti tutto!”.
Non credo ai miei occhi: un articoletto sul Fatto quotidiano dice che sono in corsa – tra altri – nel valzer dei nomi dei vicedirettori, nel mio caso, al TG3!!
GULP! Com’è che io non so nulla?? Una fragorosa risata di buon mattino tiene in esercizio il buonumore….Un giallo! Una curiosa BUFALA! Ma come avranno mai pensato a mettere in giro malignamente e ad arte il mio nome? Mi sarà finita come l’ex ministro Scajola che si è ritrovato proprietario di un appartamento donato senza saperlo?
Chi ha fatto uscire il mio nome sapeva di dire il falso. E non ho mai creduto nelle bugie a fin di bene: le menzogne hanno la coda e le corna. Sia il vostro parlare SI, NO, il di più viene dal maligno, dice il Vangelo …ed io da cristiana-protestante ci credo totalmente. E credo proprio che la menzogna avesse uno scopo: ottenere l’effetto opposto, visto che sono una professionalità ‘scomoda’. Fare in modo che io non riceva mai potere perché sarebbe solo e unicamente AL SERVIZIO DEI CITTADINI per i quali lavoro da 30 anni. Una progressione di carriera – chi mi conosce bene lo sa – inciderebbe solo SUI CONTENUTI DELL’INFORMAZIONE vera, completa e indipendente. Informazione a testa bassa sulle mafie e la corruzione che bloccano la libertà e lo sviluppo economico del Paese. Le notizie vanno date tutte e complete.
Ed ecco qui di seguito la rettifica che ho chiesto di pubblicare al Fatto: i nomi delle persone, cari tutti, hanno una storia e una testimonianza che gronda sudore, sacrificio, salute impiegata, rischio, anni e anni di lavoro e credibilità. Non si tirano in ballo i nomi senza verifiche e senza porsi le domande che contano.
Caro Direttore del Fatto,
l’indiscrezione pubblicata dal Fatto di oggi a pag. 4 in alto, secondo la quale sarei ‘nel valzer dei vicedirettori’ della Rai a firma di GI.ROS., è destituita di ogni fondamento. E vi chiedo di darne conto rettificando. Non sono nelle quote di nessuno: senza alcuna promozione da ben 21 anni dopo 30 anni di inchieste al servizio del cittadino con risultati noti al grande pubblico e nelle prime pagine. Un vero record in Rai: la meritocrazia è un lusso che pago.
Appartengo solo al partito dei Fatti e del lavoro, ho ritirato più volte la firma quando è stato necessario, senza mai compromessi.
La verità è il sale del giornalismo nel quale credo,
con stima,
M. Grazia Mazzola